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EVOLUZIONE DELLA NORMATIVA ANTI SISIMICA

In Italia le prime Norme che hanno trattato la materia sismicasono la Legge di novembre del 1971 e quella di febbraio del1974. Dopo qualche anno dal terremoto in Friuli (1976), ilDecreto MLP del 14 luglio 1984 ha introdotto unaclassificazione, piuttosto generica, del territorio nazionale inaree a basso e ad alto rischio sismico.

EVOLUZIONE DELLA NORMATIVA ANTI SISIMICA . E’ conrammarico che si nota come proprio lo svolgersi degli eventisismici diede la spinta verso cambiamenti più rigorosi dellanormativa. La prima proposta di riclassificazione sismica inItalia arrivò nel 1998. Proposta che non ebbe riscontro alivello normativo se non con il verificarsi di un altro eventosismico, il terremoto di San Giuliano di Puglia (Molise)nell’ottobre del 2002. Questo portò a un cambiamentonormativo radicale, tanto che, a meno di un annodell’accaduto, nel marzo 2003, venne pubblicata l’ordinanzaPCM 3274, che introdusse una nuova mappatura delle zonesismiche ed i primi elementi in materia di criteri generali perla classificazione del territorio nazionale e di normativetecniche (G.U. n.105 del 08/05/2003). L’ordinanza purtroppovenne istituita con carattere di derogabilità, dando liberascelta nel rispettare quella precedente, tranne in alcuneeccezioni. Certe zone, anche se classificate come sismiche,vennero comunque considerate come se non lo fossero. Nelfrattempo la normativa si evolse, assimilando il PCM 3274 eintroducendo criteri progettuali in linea con gli Eurocodici.Dopo una falsa partenza delle Norme Tecniche nel 2005,entrarono in vigore nel 2008 le Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC), le quali sembravano destinate acontinui rinvii. E’ stato il terremoto di L’Aquila, nel 2009, a determinare che dal luglio 2009, le NTC 2008 fosserodefinitivamente la normativa da rispettare, sostituendo così tutte le classificazioni obsolete in materia sismica.

L’Italia non ha mancanze a livello normativo, ciò che si rende indispensabile èvalutare come realizzare un’ idonea salvaguardia dell’esistente. Il recente sciame sismico che ha colpito l’Emilia-Romagna ha sollevato un problema da qualche tempo evidenziato da esperti di settore: la fragilità delpatrimonio costruito in Italia. Tale fragilità non contraddistingue soltanto il patrimonio storico e monumentalema anche e soprattutto edifici di realizzazione recente, nella fattispecie, gli edifici di carattere industriale. Sicalcola infatti che nel solo comune di Mirandola (MO) l’80% dei capannoni industriali sia distrutto e/o inagibile,cifra sproporzionata rispetto alle dimensioni di un sisma che è stato sì di forte entità, ma non paragonabile adeventi tellurici accaduti in Giappone e negli USA. Riteniamo quindi fondamentale che l’analisi critica di quantoaccaduto e le scelte per la sicurezza dei futuri interventi in edilizia in Italia passino attraverso un confronto conl’esperienza di Paesi che hanno saputo affrontare e vincere la sfida ai terremoti. In tali paesi le costruzioni ingenere e quelle antisismiche in particolare, sono realizzate prevalentemente con struttura in acciaio.

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